L'articolo di Luigi clemente è tratto da Paceco otto.
- Associazione Sportiva Dilettantistica "Amici del Tennis" Paceco: L'attuale efficace realtà del tennis pacecoto.
MALINCONIA TENNISTICA
Presto, a cavallo dei nostri ciclomotori (un “Bravo” e una “Vespa”), quella fredda mattina d’inverno c’inerpicavamo su per Erice. Avevamo sedici anni. Era un’arrampicata che facevamo spesso giacché i campi ericini erano i nostri preferiti: in terra battuta, protetti dal vento e immersi in una natura molto generosa. Nell’ascesa la nebbia si sparse minacciosa, ma neppure per un momento ci venne in mente di far dietro-front e cercare un campo libero a valle. Giunti all’impianto sportivo ubicato, com’è noto, prima di Porta Carmine, iniziammo a giocare. Sulle prime gli scambi furono abbastanza regolari sebbene la nebbia e l’umidità c’infastidissero togliendoci il fiato; e il terreno scivoloso non consentisse i consueti movimenti e i repentini cambiamenti di direzione. Ad un tratto la nebbia si fece così fitta che, non scorgendoci l’un l’altro da una parte del campo a quella opposta, Gaspare Paroti servì da destra e io risposi dall’altro lato. Della serie Ridolini a “Oggi le comiche”. Neanche allora ci venne in mente di sospendere la tenzone filando giù: valorosi andammo avanti ostinati; giù a sforzarci di tirar dritti, rovesci, schiacciate e battute. Quei campi sono ora incustoditi e pressoché privati di interventi conservativi e di manutenzione. In particolare, il campo in terra battuta più in basso, quello in cui disputammo il match di cui sopra (mi riferiscono) non è più utilizzato per il tennis, ma per gare di macchinine radiocomandate. Quale miserrima fine!
La passione per il tennis era tanta. Era sorta seguendo i match in TV, e poi cresciuta e prosperata proporzionalmente ai trionfi dei campioni italiani. In quell’anno (il '76) l’Italia prevalse in coppa Davis e Adriano Panatta vinse al Foro italico di Roma e al Roland Garros di Parigi [1]. Il tennis, a Paceco, non era sorto con la nostra generazione. A parte il campo di Villa Platamone, di cui non ho notizia (mai vi ho notato qualcuno giocare), ho reminiscenza di un torneo in piazza, organizzato dalla Pro-loco: giudice di gara Salvatore Morselli, vincitore Silvio Caronia (n.d.r. del 10/02/2009: sembra che il vincitore sia stato Nino Giammetta, e non Silvio Caronia, come mi ha riferito lo stesso Nino). Poteva essere il '72 o il '73. Tra i “gloriosi” concorrenti, se la memoria mi conforta, Mario Genna e Nino Piacentino.
Fummo noi però, dopo non molti anni, a farlo prima conoscere e poi diffondere. Cominciammo esercitandoci tirando pallate ai muri con racchette da mille lire e continuammo organizzando tornei su tornei: nella via dietro l’edificio della nostra scuola elementare “Giovanni XXIII”, cortesemente concessaci in quelle occasioni, nel campo privato di Vito Manuguerra (su a Castellaccio), in piazza e in seguito nei campi comunali. Erano tornei di buon livello, seppure nessuno di noi fosse mai andato a lezione. Eravamo dotati di discreta tecnica, ogni tanto i colpi giocati lasciavano trasparire buone potenzialità. Il più giovane di noi, Vito Manuguerra, non mollava un punto… (e non lo molla ancora!)… neppure a cannonate! Spesso il vincitore era lui... (Qualche torneo l’ho vinto pure io!). E’ uno dei pochi, del gruppo iniziale, che gioca ancora con una certa regolarità, mentre altri o si dilettano solo con una partitella ogni tanto o hanno attaccato la racchetta al chiodo.
Di comune intesa meditammo di istituire un circolo. Presto fatto. Ci sottoponemmo a tassazione e con atto del notaio Umberto D’Angelo del 4 febbraio 1984 fu costituita l’Associazione Circolo Tennis Paceco.
I soci fondatori (scrupolosamente in ordine alfabetico) furono:
- Luigi Clemente,
- Nino Daidone,
- Baldassare (Baldo) Genco,
- Vito Manuguerra (il decano),
- Peppe Pantaleo (il più giovane),
- Gaspare Paroti,
- Gianfranco Reina,
- Giacomo Seidita,
- Gaspare Sugamiele,
- Michele Tranchida.
I primi presidenti furono, in successione:
- Vito Manuguerra,
- Luigi Clemente,
- Gaspare Sugamiele.
Il Circolo costituiva (art. 2 dello statuto) “… un’associazione sportiva senza scopo di lucro, apolitica, con l’intento principale di dare incremento e diffusione al gioco del tennis con finalità agonistiche, sportive e propagandistiche… con il proposito di avvicinare e far partecipare a questo sport i ragazzi, i giovani e non giovani del comune di Paceco”.
Quanta fatica e tempo gli dedicammo! Facemmo la recinzione dei campi comunali con le nostre mani. Aderimmo ufficialmente alla Federazione Italiana Tennis (F.I.T.) e riuscimmo ad organizzare tornei d’ottimo livello, con gratificazioni in denaro coperte da una quantità di sponsorizzazioni, che videro la partecipazione di giocatori con buona classifica.
Ridottissimi i contributi municipali. Avremmo voluto la conduzione e la gestione dei campi comunali, che erano poco curati e sotto-utilizzati. Gli amministratori comunali non si dimostrarono affatto lungimiranti, e risposero picche. Ritenendo erroneamente che la nostra compagnia avrebbe potuto rappresentare un buon mucchietto di voti, nientemeno, impudentemente, uno (non ricordo chi) ci consigliò persino di proporlo per il Consiglio direttivo ventilando i possibili vantaggi che avrebbero potuto derivarne. Rigettammo l’oscena proposta e andammo avanti per la nostra strada.
In séguito, per il decorso naturale delle cose, il gruppo cominciò a perdere le forti motivazioni iniziali e l’unità dei proponimenti. I soci fondatori, che fino a quel momento avevano fornito il principale impulso alle attività, si dedicarono chi allo studio chi al lavoro e il circolo rimase in vita solo dal punto di vista formale.
La stanca e invecchiata associazione è ora rinata a nuova vita, grazie agli entusiasti podisti pacecoti, che da qualche anno tanto bene stanno facendo per loro stessi e per il paese, i quali se ne stanno avvalendo per la loro attività. Adesso si chiama “A. S. Runners Paceco”: è cambiato il nome, ma la missione è simile!
So che un nuovo drappello di sportivi pacecoti sarebbe intenzionato a fondare un nuovo circolo del tennis. Auspico che il progetto vada a buon fine: corsi e ricorsi storici, è quello che ci vuole per far ripartire il movimento del tennis a Paceco.
Luigi Clemente
[1] Brevi note storiche sul tennis italiano.
Prima della finale di Coppa Davis col Cile, i quattro moschettieri Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli superano Polonia, Jugoslavia, Inghilterra e Australia. "Non bisogna andare in Cile… il regime fascista di Pinochet…". Il capitano non giocatore Nicola Pietrangeli si batterà per andare ugualmente; proprio, se mai, a sottrarre l’insalatiera al dittatore. E’, ancora oggi, l’unica vittoria italiana in Coppa Davis.
La carriera del n° 1 Adriano Panatta ebbe il suo culmine proprio nel '76, anno in cui vinse, oltre alla Coppa Davis, anche i tornei internazionali di Roma (sull’argentino Guillermo Vilas), e Parigi (sull’americano Harold Solomon). Al Foro italico raggiunse la finale anche nel '78, sconfitto dal grande Bjorn Borg. Panatta era dotato di uno straordinario talento, purtroppo non sempre supportato dal fisico (non si allenava in modo eccezionale!). Ciò gli ha impedito di vincere di più; nella sua carriera, in ogni caso, riuscì a battere tutti i più importanti tennisti dell’epoca, a cominciare dal campionissimo svedese Borg (che lo soffriva particolarmente per la varietà dei suoi colpi). Altri suoi trionfi importanti furono il torneo di Stoccolma nel '75, il WCT di Houston nel '77, e due volte il torneo di Firenze (nel '75 e nell’80). Nel '79 raggiunse i quarti di finale sull’erba di Wimbledon. Il suo gioco era molto spettacolare e si basava su un dritto piatto, sulla battuta molto potente e precisa, sulla discesa a rete conclusa con voleè e smash impeccabili e su una improvvisa palla corta che sul terreno di gioco da lui preferito, la terra battuta, era molto efficace. Come non ricordare i match-point annullati rocambolescamente e con classe, le volée in tuffo, i rovesci “choppati”, le veroniche? Come dimenticare che, mentre Adriano sta per vincere al Foro italico (al tie-break del quarto set), mentre sono attaccato alla TV, mamma RAI stacca sul gran premio di Formula 1 per mostrare Niki Lauda che gira solo soletto, senza più gara?